Lo scorso 24 novembre la Commissione europea ha inaugurato il supercomputer europeo LEONARDO, installato presso il Tecnopolo di Bologna.
Si tratta del quarto supercomputer più potente al mondo con una potenza di quasi 250 petaflop (250 milioni di miliardi di calcoli al secondo), finanziato con un investimento congiunto di 120 milioni di euro, provenienti sia dalla Commissione europea che dal Ministero italiano dell’Università e della Ricerca e dal consorzio CINECA (*).
Il progetto LEONARDO, da considerarsi un’importante infrastruttura strategica concepita all’interno dell’iniziativa EuroHPC nata per coordinare ed aiutare gli Stati membri a condividere risorse perchè l’Europa possa diventare uno dei leader mondiali del supercalcolo, si aggiunge agli altri supercomputer esistenti: LUMI in Finlandia, MARENOSTRUM 5 in Spagna, VEGA in Slovenia, MELUXINA in Lussemburgo, KAROLINA in Repubblica Ceca, DISCOVERER in Bulgaria e DEUCALION in Portogallo.
Il supercomputer europeo di Bologna sarà usato per effettuare ricerche per la lotta al cancro, la scoperta di farmaci, comprendere il funzionamento del cervello umano, l’esplorazione di tecnologie energetiche pulite e il monitoraggio di disastri naturali e pandemie in quanto riesce a combinare componenti all’avanguardia per il calcolo ad alte prestazioni (HPC) e l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) per svolgere compiti estremamente complessi.
I supercomputer targati EuroHPC sono progettati con grande attenzione ai parametri di sostenibilità ambientale in quanto dotati di strumenti che consentono un adeguamento dinamico del consumo energetico in base alle prestazioni richieste dall’utenza e utilizzano un innovativo sistema di raffreddamento ad acqua.
Il consorzio CINECA, grazie all’arrivo di LEONARDO, può offrire preziosi e potenti servizi di calcolo che verranno presto ulteriormente rafforzati dall’integrazione di un nuovo computer quantistico, di concezione europea e condiviso dagli Stati membri (approfondimenti qui).
* CINECA è un consorzio senza scopo di lucro, composto da 70 università italiane, 40 istituti nazionali e i Ministeri italiani dell’Università e della Ricerca e dell’Istruzione